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venerdì 28 febbraio 2014

Il secondo conflitto mondiale

Le premesse della seconda guerra mondiale

giovedì 27 febbraio 2014

Figure retoriche di significato


Il colonialismo agli inizi del 1900

Esercitazioni di ortografia

Come fare un riassunto

martedì 25 febbraio 2014

La seconda guerra mondiale: le fasi del conflitto


Dal 1936 al 1939: la fase preparatoria alla seconda guerra mondiale


lunedì 24 febbraio 2014

Il registro linguistico


Criteri per una lettura facilitata


L'ambiente e le sue relazioni


domenica 23 febbraio 2014

La nascita del feudalesimo


Dopo l'anno mille


sabato 22 febbraio 2014

L'avvento delle dittature: cause e conseguenze.


martedì 18 febbraio 2014

La dittatura nazista

La propaganda fascista

L'epoca delle dittature

Schema sintetico sui complementi

lunedì 17 febbraio 2014

Schema della lettera


domenica 16 febbraio 2014

La prima rivoluzione industriale


venerdì 14 febbraio 2014

La rivoluzione americana


mercoledì 12 febbraio 2014

Il commercio triangolare


lunedì 10 febbraio 2014

Il biennio rosso.mp3

domenica 9 febbraio 2014

sabato 8 febbraio 2014

Le dittature del Novecento- mappa vuota



mercoledì 5 febbraio 2014

scheda stato


domenica 2 febbraio 2014

da “Master of many trades” di Robert twigger - su Aeon Magazine
Il vero maestro non ha nessun strumento, solo un’infinita capacità d’improvvisare con quello che si trova a disposizione. E più campi del sapere riesci ad abbracciare, maggiori sono le tue capacità d’improvvisazione.

Quando il corpo rimane fermo e la mente è costretta a fare qualcosa di ripetitivo, l’umano dentro di noi si ribella.

Nell’antichità classica, un “polimata” (dal greco ‘sapere molte cose’) era un uomo che “aveva imparato molto” riuscendo ad eccellere in campi diversi.

Richard Feynman ebbe le idee sulla elettrodinamica quantistica che gli valsero il Nobel riflettendo su un suo strano hobby: far girare un piatto sul dito (suonava anche il bongo ed era un abile scassinatore di cassaforti).

L’invenzione è nemica della specializzazione. La natura e il progresso umani sono fondamentalmente eclettici.

La sensazione che sia più facile imparare quando si è giovani non è del tutto sbagliata, o almeno ha una base concreta nella neurologia. Ma il presupposto che l’apprendimento in un certo senso s’interrompa quando lasciamo la scuola o l’università o raggiungiamo i trent’anni è smentito dai fatti.

Il motivo per cui tanta gente rifugge da attività polivalenti è che pensa di non poter acquisire nuove abilità. Io credo che tutti possano farcela - e a qualunque età - ma solo se continuano a imparare.

La vecchia idea rinascimentale di padroneggiare mestieri manuali e intellettuali sembra davvero influire positivamente sulla nostra capacità di imparare cose nuove.

C’è spesso qualcosa di piuttosto scontato nelle persone con pochi interessi: sono noiose e non hanno senso dell’umorismo. Sospetto invece che diventando più poliedrici, il senso della proporzione e dell’equilibrio si rafforzi, e di conseguenza il senso dell’umorismo migliori. E questo non può essere un male.

http://aeon.co/magazine/world-views/anyone-can-learn-to-be-a-polymath/